giovedì 5 novembre 2009

Credo

Credo di essere più impegnata a capirmi che a spiegare cosa mi sta succedendo in questo momento, ma l'unico modo per non perdere i miei pensieri è scriverli.
Spesso mi capita di vedermi come una volpe che cerca un'uva troppo in alto perchè la possa raggiungere. Insomma, l'unica costante di questi giorni è il sentirmi indadeguata a tutto.

mercoledì 4 novembre 2009

Primo

Primo impasto di pensieri, frattaglie di emozioni e velenosi ricordi.
In sintesi: un vortice distruttivo, una rincorsa verso una luce che i miei occhi vogliono vedere, ma che non c'è.
E' strano come sia stata così concisa in queste due frasi, in fondo son l'insicura per eccellenza. Scrivere è terribile, come pensare, guardarsi allo specchio e vedere la realtà delle cose. Una partita a scacchi contro l'inconscio, che tanto inconscio non è, visto che si fa sempre più prepotente nella mia vita. A dire il vero, non so se essere fiera o meno di tutto ciò: nonostante mi crei non pochi problemi, avere a che fare così fortemente con quella parte della psiche di cui non abbiamo il controllo è indice di una buona conoscenza di sè. Oppure delle deboli barriere fra essa e la parte che "controllo". Una debole me. O una malattia così distruttiva da togliermi ogni difesa immunitaria all'autolesionismo. Una malattia che si può riassumere con una frase di De Andrè: "Per tutti il dolore degli altri è dolore a metà". Anche meno, da quanto vedo io. Chi pensa allora a chi ha bisogno? Chi se ne occupa?
Chi ha orecchie per sentire le grida d'aiuto? Chi ha mani per accarezzare chi si sente solo? Chi vuole sacrificarsi?

Chi?